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PER UNA RIFORMA CONDIVISA DEL SISTEMA GIUSTIZIA

sistema giustizia Avv Rastrelli

PER UNA RIFORMA CONDIVISA DEL SISTEMA GIUSTIZIA

PER UNA RIFORMA CONDIVISA DEL “SISTEMA GIUSTIZIA”

 

di Sergio Rastrelli
Avvocato  Cassazionista

 

E’ effettivamente desolante constatare come, in Italia, vi sia un criterio uniforme che appare orientare gli speculari comportamenti delle parti politiche di fronte ad ogni pro­ posta di riforma in tema di giustizia: quello che condiziona ogni lettura critica di possibili riforme in funzione esclusiva delle ipotizzabili ricadute degli interventi legislativi sulle vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio.

In questa logica, ancora una volta le Camere Penali – in rappresentanza della libera Avvocatura – si sono trovate a contestare al ”fronte della politica” questa logica perversa, che da un lato produce iniziative legislative improvvisate e velleitarie, talvolta ai limiti della incostituzionalità, dall’altro genera reazioni talmente strumentali da affossare persino proposte o soluzioni che erano state, a suo tempo, promosse o condivise.

Rischia così di tramontare la possibilità tecnica di varare riforme – peraltro improcrastinabili – su tematiche delicatissime quali la obbligatorietà della azione penale, la separazione delle carriere tra Giudici e Pubblici Ministeri, la reale terzietà del Giudice, la effettività del  diritto di Difesa, con il diritto ad un pieno contraddittorio, la responsabilità civile e disciplinare dei magistrati , o -da ultimo -la stessa durata temporale dei processi. Pur essendo ormai trasversalmente condiviso – tra i molteplici indirizzi tecnici e politici – il principio della  necessità  della cd. “durata ragionevole”del processo, la ventilata possibilità di introdurre una  “prescrizione breve” nel  nostro ordinamento ha infatti riacutizzato lo scontro politico  in Parlamento.

Ciò è tanto più assurdo, ove si consideri come, nel nostro Paese, il principio della ragionevole durata dei processi – in ambito civile, penale od anche amministrativo – sia sistematicamente violato, al punto che l’Italia risulta destinataria di un numero  impressionante  di condanne da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, con conseguenze molto severe, in termini finanziari e di immagine internazionale.

Quel che è più grave, con specifico riferimento ai procedimenti penali, è che il processo, oltre ad essere  irragionevolmente  lungo, è anche in molti casi privo di esiti reali, come certificato dal numero  sempre  maggiore  di reati dichiarati estinti per prescrizione: a testimoniare come, allo stato, molte risorse  giudiziarie – umane , finanziare e strutturali – si disperdano per celebrare processi privi di reale utilità, generando una diffusa sfiducia nella certezza del diritto e della pena. Anche in tale circostanza, l ‘auspicio è che – di là della contesa politica – possa essere discussa una riforma che veda prevalere, sulla logica delle appartenenze, l’etica delle responsabilità.